«In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.  Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire.  Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”.» […] (Giovanni 9,1-5)

Il cieco è l’ultimo della città, un mendicante che non ha mai visto il sole né le persone. E Gesù si ferma per lui, senza che gli abbia chiesto nulla; Egli è Dio che si contamina con l’uomo, mentre l’uomo si contagia di cielo. Il cieco è dato alla luce, nasce di nuovo con i suoi occhi nuovi ma dall’altra parte ci sono i farisei ai quali non interessa la vita ritornata a splendere in quegli occhi ma solo la “sana” dottrina; per questa negano l’evidenza, per difendere la legge negano la vita. Ma in realtà gloria di Dio è un mendicante che si alza, un uomo che torna alla vita piena, che fa la sua professione di fede ottenendo così la salvezza. Lasciamoci toccare gli occhi da Gesù perché anche noi, in questo tempo di oscurità, riacquistiamo la vista per vedere così la vera luce.