“Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».” (Giovanni 8,7-11)
Gesù, gli accusatori, la peccatrice. i protagonisti di questo brano di Vangelo. Gesù nel tempio insegna alla gente accorsa per ascoltare la sua Parola. Gli accusatori, scribi e farisei, che fanno domande faziose per trovare qualcosa per accusare Gesù. La peccatrice che è stata portata davanti a tutti come capro espiatorio. Gesù non si lascia ingannare, sembra quasi non voler avere nulla a che fare con questa storia, ma mette di fronte i suoi interlocutori alla loro stessa vita, che ritenevano quasi perfetta in quanto rispettosi della legge, “Chi di voi è senza peccato…”. Di fronte a questa verità tutta l’impalcatura crolla, tutti sono peccatori, nessuno può dirsi migliore di un altro. E trionfa la misericordia di Gesù: “Nessuno ti ha condannata?… Neanch’io ti condanno”. Anche noi siamo peccatori, non possiamo arrogarci il diritto di giudicarci. Perché anche a noi il Signore dice: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».”