Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo (Disc. 34, 1-3. 5-6; CCL 41, 424-426)
Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta santa. «Cantate al Signore un canto nuovo».
Mi domandate che cosa dovete cantare di colui che amate? Parlate senza dubbio di colui che amate, di lui volete cantare. Cercate le lodi da cantare? L’avete sentito: «Cantate al Signore un canto nuovo». Cercate le lodi? «La sua lode risuoni nell’assemblea dei fedeli».
Il cantore diventa egli stesso la lode del suo canto.
Volete dire le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode che si deve dire, e sarete la sua lode, se vivrete bene.
Cantare, lodare, vivere sono legate da un filo comune che è quello dell’amore: cantare di colui che si ama e a colui che si ama è una delle più alte manifestazioni d’amore; lodare è riconoscere l’amato per quello che è senza motivazioni particolare questo è l’amore vero; vivere l’amore è necessario per non scambiare l’amore in illusione. Per questo sant’Agostino unisce queste tre caratteristiche pensando al nostro rapporto con Dio: Cantiamo con amore a colui che amiamo le nostre lodi cosicché possiamo diventare noi stessi canti di lode a Dio per una vita nuova.